Salvatore Iannone: il Partigiano caduto per la libertà

Da Capocasale a V Divisione Garibaldi, la memoria di un eroe dimenticato

La Resistenza italiana è stata animata da migliaia di storie di coraggio, sacrificio e speranza, tra cui spicca quella del giovane partigiano nocerino Salvatore Iannone, conosciuto dai suoi compagni con il nome di battaglia “Jenno”. Nato a Nocera Inferiore il 2 gennaio 1924, figlio di Salvatore e Vincenza Petrosino, Salvatore era un bracciante agricolo residente a Capocasale. La sua breve vita si concluse tragicamente durante un’azione partigiana nell’agosto del 1944, lasciando una traccia indelebile nella memoria della Resistenza biellese.

Dalla Campania al Biellese: l’impegno nella lotta partigiana
Dopo l’8 settembre 1943, Salvatore si trovava a Biella come militare del 53° reggimento di fanteria. La disgregazione dell’esercito italiano seguita all’armistizio lo spinse a unirsi alla Resistenza. Entrò nella 75ª Brigata Garibaldi “Giuseppe Boggiani Alpino”, inquadrata nella V Divisione Garibaldi “Piero Maffei”, operante nel Biellese, un’area cruciale per l’attività partigiana nel Nord Italia. La 75ª Brigata, composta da uomini determinati a combattere contro l’occupazione nazifascista, aveva il compito di effettuare azioni di disturbo contro i presidi fascisti, favorendo le operazioni principali delle forze partigiane. Salvatore si distinse per il suo coraggio e la sua audacia, caratteristiche che gli valsero il rispetto e l’affetto dei compagni.

L’ultima missione e il sacrificio a Pralungo
Nella notte tra l’11 e il 12 agosto 1944, la 75ª Brigata Garibaldi attaccò un presidio delle Brigate Nere asserragliato nel palazzo comunale di Pralungo, un piccolo paese nei pressi di Biella. I fascisti avevano fortificato la struttura con mitragliatrici puntate sulla piazza principale e un faro che illuminava a giorno il campo d’azione, rendendo impossibile un assalto diretto. Salvatore, consapevole del rischio ma determinato a oscurare il faro per consentire l’avanzata dei compagni, uscì allo scoperto per colpirlo. Nonostante i suoi ripetuti tentativi, fu ferito gravemente da una raffica di mitragliatrice. I compagni tentarono di soccorrerlo, ma la potenza di fuoco nemica li costrinse a ritirarsi. Salvatore fu catturato dai fascisti e, secondo alcune testimonianze, torturato prima di essere fucilato. La sua morte, registrata con ritardo e confusione dalle autorità fasciste, rimane avvolta nel mistero. Non è chiaro se sia deceduto sul campo o successivamente in prigionia.

La memoria di un eroe dimenticato
Le spoglie di Salvatore furono rimpatriate a Nocera Inferiore nel 1947, ma restano incerte le circostanze della sua sepoltura. Una lettera dell’Ufficiale Sanitario di Nocera, risalente a quel periodo, lamentava il fatto che il corpo del partigiano giaceva ancora nella sala mortuaria.
La figura di Salvatore Iannone, come quella di altri partigiani, è rimasta a lungo ignorata nella sua città natale. Solo grazie agli sforzi di storici locali e appassionati come Rocco Vitolo, che hanno portato alla luce documenti e testimonianze, si è iniziato a ricostruire la vicenda di questo giovane eroe.
Il 25 aprile 2008, durante le celebrazioni per la Festa della Liberazione, una targa commemorativa fu inaugurata presso il Palazzo di Città per ricordare Salvatore Iannone, insieme ad altri partigiani locali come Lorenzo Fava e Antonio Tramontano. Questa iniziativa, promossa da associazioni culturali e istituzioni cittadine, sottolinea il legame indissolubile tra la comunità nocerina e i valori della Resistenza.

Un invito alla riflessione
La storia di Salvatore Iannone ci ricorda il contributo fondamentale dei partigiani nella lotta per la libertà e la democrazia in Italia. Da Nocera Inferiore al Biellese, il suo sacrificio testimonia come il desiderio di giustizia e la resistenza all’oppressione abbiano unito persone provenienti da realtà diverse in un’unica, straordinaria battaglia per la dignità umana.
Oggi, più che mai, è fondamentale preservare la memoria di figure come Salvatore, affinché il loro coraggio possa ispirare le nuove generazioni. Iniziative locali, come l’intitolazione di strade o piazze, potrebbero rendere giustizia al ricordo di questo giovane martire nocerino, rendendolo parte integrante del patrimonio storico e culturale della sua comunità.

Tags :

Facebook
Twitter
LinkedIn
Pinterest
Telegram

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

Altri articoli