Dalla difesa eroica di Lero alla lotta partigiana nei Balcani: la storia dimenticata di Francesco Rese, giovane marò nocerino decorato ma mai pienamente riconosciuto.
Francesco Rese, giovane marò aerofonista classe 1922 di Nocera, è stato protagonista di una storia straordinaria e spesso dimenticata della Seconda Guerra Mondiale. Partito dalla base navale di Brindisi nel maggio del 1942 a bordo di un sommergibile, Francesco arrivò sull’isola di Lero, un luogo remoto vicino alla Turchia, dove dimostrò fin da subito il suo valore salvando alcuni commilitoni affondati nel mare Egeo dai MAS tedeschi.
Quando, dopo l’armistizio del settembre 1943, i tedeschi lanciarono un violento attacco contro Lero, Francesco fece parte del contingente italiano che per ben 52 giorni difese con tenacia l’isola sotto il comando del Capitano Luigi Mascherpa, poi promosso Contrammiraglio. Nonostante le scarse munizioni e i pochi viveri, resistettero fino a quando anche le truppe britanniche furono costrette alla resa il 16 novembre. Abbandonati dagli alleati inglesi, che non predisposero alcun piano serio di evacuazione, Francesco e i suoi compagni vennero catturati.
Condotti prima al porto del Pireo, poi stipati in vagoni merci senza acqua e senza cibo, Francesco e gli altri soldati vissero giorni di paura e disperazione. Durante il trasferimento verso la Germania, un bombardamento permise loro di fuggire da un campo di prigionia jugoslavo. Francesco, insieme al commilitone napoletano Celentano e pochi altri, si unì ai partigiani slavi, abbracciando con coraggio e ideali profondi la lotta anti-nazista.
Per tre durissimi anni, combatté al fianco dei partigiani nei Balcani, affrontando condizioni estreme, privazioni continue e difficoltà enormi dovute alla distanza da casa e alla barriera linguistica. Tornò finalmente in Italia nel dicembre 1946, decorato con tre Croci al Merito di Guerra e un encomio solenne per il suo coraggio dimostrato nella difesa di Lero.
Tuttavia, sorprendentemente, nessun riconoscimento ufficiale arrivò mai per quei tre anni vissuti da partigiano in terra slava. La storia di Francesco Rese resta così un esempio potente di eroismo e sacrificio personale, troppo a lungo trascurato dalla memoria collettiva, e un monito sulle crudeli logiche della guerra, dove vite umane vengono spesso trattate come semplici pedine.
Fonte: Rocco Vitolo