Dalle manifestazioni di piazza alla cannabis light, passando per SIM ai migranti, bodycam e carcere per le madri: un giro di vite che segna una svolta netta nell’approccio del governo su ordine pubblico e diritti civili.
Il Governo Meloni ha dato il via libera a un decreto che promette di cambiare profondamente le regole del gioco quando si parla di sicurezza, diritti, ordine pubblico e repressione. In 38 articoli c’è dentro tutto: proteste, carcere, polizia, migranti e persino cannabis light. Un pacchetto pesante, che ha già acceso un acceso dibattito.
Stretta sulle piazze
Scendere in strada a manifestare non sarà più come prima. Se durante una protesta si minaccia o si danneggia qualcuno, si rischia una pena aumentata fino a un terzo, con possibilità di finire dietro le sbarre per cinque anni e pagare multe salate. E se a farne le spese è un agente, scatterà l’arresto immediato.
Pugno duro contro chi contesta opere pubbliche
Chi tenta di fermare con la forza la costruzione di infrastrutture strategiche – pensiamo alla Tav o al Ponte sullo Stretto – vedrà le pene aggravarsi. È una mossa chiara: proteggere i cantieri, anche a costo di schiacciare il dissenso.
Reati più gravi in stazione
Succede qualcosa in una stazione ferroviaria? Se il reato è volontario e grave, le pene saranno più pesanti. L’obiettivo: blindare i luoghi affollati, dove la percezione di insicurezza è già alta.
Madri e incinte? Ora possono finire in carcere
Salta uno dei pochi paletti umanitari del nostro sistema penale: le donne incinte o con bimbi sotto l’anno di età, in certi casi, potranno essere incarcerate in via cautelare. Una scelta dura, che farà discutere.
SIM ai migranti solo con documenti
Chi non ha un documento valido, non potrà più comprare una SIM. La misura colpisce soprattutto i migranti, e punta a un controllo più stretto su identità e comunicazioni.
Bodycam e armi anche fuori servizio
Per le forze dell’ordine arrivano le bodycam obbligatorie e la possibilità di girare armati anche fuori orario. E se un agente viene indagato per fatti di servizio? Lo Stato pagherà le spese legali. Segno di un sostegno politico senza sfumature.
Cannabis light: stop a produzione e vendita
Il governo chiude la porta anche alla cannabis leggera, cancellando un settore in crescita. Restano solo alcune eccezioni, ma il messaggio è chiaro: tolleranza zero, anche se si tratta di prodotti con effetti blandi.
Resistenza passiva in carcere diventa reato
Anche dire semplicemente “no” agli ordini di un agente penitenziario potrà costare caro. Il decreto introduce il reato di resistenza passiva in prigione. Un giro di vite sui detenuti che rischia di accendere il conflitto dentro le mura.
Case occupate? Multe e carcere
Chi occupa abusivamente un immobile rischia sanzioni più severe. Il decreto difende la proprietà privata, ma ignora le ragioni sociali dietro tante occupazioni: emergenza abitativa, povertà, esclusione.
Più poteri ai servizi segreti
I servizi segreti escono rafforzati. Potranno agire con più libertà e strumenti. Ma a che prezzo? Cresce il timore per nuove zone d’ombra, dove i controlli democratici faticano ad arrivare.
Cittadinanza revocata per terrorismo
Chi viene condannato per terrorismo o reati contro la sicurezza nazionale potrà perdere la cittadinanza italiana. Una misura estrema, che punta alla “difesa dell’identità”, ma apre il campo a possibili abusi.
Antimafia e antiterrorismo: nuove strette
Il decreto si propone anche di alzare il livello di guardia contro mafie e terrorismo. Più poteri agli inquirenti, più strumenti repressivi. Ma il rischio è una deriva securitaria generalizzata.
Truffe agli anziani: punizioni più severe
Infine, arriva una norma a tutela degli anziani: chi li truffa sarà colpito con pene più dure. Una scelta condivisibile, in un mare di provvedimenti controversi.