Una destra che non guarda indietro: Merz, l’antidoto al populismo per un’Europa più forte ?

Merz sfida il populismo e rilancia una destra pragmatica per un’Europa più forte e unita.

Trovare una buona notizia in Europa di questi tempi sembra quasi un’utopia. Il continente è bloccato tra vecchie paure, divisioni interne e una cronica incapacità di decidere. Anche Mario Draghi lo ha detto chiaramente davanti al Parlamento europeo: l’Europa, da sola, non ce la fa. Eppure, tra le ombre di questa crisi, si intravede una luce. E viene dalla Germania. No, non dall’AfD, il partito che sembra un cocktail esplosivo tra il populismo di Trump e l’autocrazia di Putin. La speranza si chiama Friedrich Merz, il volto della CDU che potrebbe ridisegnare il futuro del centrodestra europeo. Si la CDU, con la SPD in crisi profonda c’è da augurarsi che vinca la CDU e non AfD, non solo per la Germania ma anche per l’Europa. In Italia stiamo imparando a nostre spese, infatti, la differenza tra un Governo di destra e uno di centrodestra, così come Marina Berlusconi ci ha ricordato qualche giorno fa.

Merz non è il classico leader di destra. Non strizza l’occhio agli estremisti, non gioca con il fuoco del populismo, e soprattutto non ha paura di dire cose scomode. È la figura che può dare alla destra europea un’identità moderna, pragmatica e realmente influente. Ha una posizione netta: con l’AfD non si tratta. E non lo dice sottovoce. Durante la campagna elettorale ha ribadito che votare CDU significa tenere fuori dal potere i radicali. E nonostante qualche scivolone tattico, la sua linea resta chiara. In Europa, nessun altro leader di centrodestra ha preso una posizione così ferma contro le derive estremiste. Probabilmente perché nessun altro Paese ha un partito come l’AfD.

Quando J.D. Vance, braccio destro di Trump, ha attaccato l’Europa, non ha avuto timore di replicare, rispondendo a muso duro: “Non accetto lezioni da politici stranieri”. E non si è fermato qui. Sul commercio, ha messo i puntini sulle “i”: Trump accusa la Germania di esportare troppo? “Il commercio aiuta tutti, i dazi penalizzano tutti. Se vuole uno scontro, sappiamo come rispondere.” Nessun altro leader conservatore ha il coraggio di prendere così apertamente le distanze da Washington.

Merz è anche uno dei pochi a dire quello che tanti tacciono: le trattative su Ucraina e sicurezza europea non possono essere decise tra Mosca e Washington ignorando il resto del mondo. “L’Europa deve essere al tavolo e l’Ucraina deve avere voce in capitolo.” Parole che pesano, soprattutto se confrontate con il silenzio imbarazzante di altri leader di destra che preferiscono evitare il tema, la Meloni tra questi.

Non si è fermato alla politica tradizionale, ha puntato il dito, uno dei pochi, contro l’influenza di Elon Musk, il magnate che, attraverso la piattaforma X, sta dando visibilità e fondi ai partiti più estremisti d’Europa. “Non possiamo lasciare che un miliardario decida le sorti della nostra democrazia,” ha dichiarato al Wall Street Journal. Un attacco frontale che lo distingue da tanti altri leader che, invece, flirtano con l’ideologia ‘no-rules’ della Silicon Valley.

Una CDU guidata da Merz cambierebbe gli equilibri europei. E l’Italia? Ne avrebbe tutto da guadagnare. La difesa dell’industria europea, il sostegno all’Ucraina, una politica commerciale forte contro la Cina: tutte questioni che toccano da vicino anche il nostro Paese. Senza contare che un asse tra Merz e Meloni potrebbe ridisegnare il peso dell’Italia in Europa, sia sul piano economico che su quello diplomatico.

A Davos, Merz ha lodato la premier italiana per la sua chiarezza sulla questione ucraina e per il suo pragmatismo. Ha anche suggerito un dialogo più stretto tra Roma e Berlino. Un segnale che l’Europa potrebbe iniziare a parlare con una voce diversa.

In un’Europa sotto attacco da parte di leader autoritari e populisti, Merz rappresenta una destra solida, pro-Ucraina, favorevole al libero commercio e ostile agli estremismi. La sua leadership potrebbe essere proprio la risposta di cui il continente ha bisogno per uscire dall’angolo.

Se Merz farà il passo decisivo, sarà una svolta da non sottovalutare. Perché in mezzo alle tempeste che scuotono l’Europa, lui potrebbe essere quel vento nuovo di cui c’è un disperato bisogno.

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